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Ambiente e Protezione Civile

Ambiente e Protezione Civile

by Susanna Pernarella -
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Campania (in)Felix

 

La vera emergenza rifiuti ancora in corso in Campania.

 

 

La cosiddetta “Terra dei fuochi” comprende un’area molto vasta tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. In particolare riguarda i comuni di Scampia, Ponticelli, Giugliano, Qualiano, Villaricca, Mugnano, Melito, Arzano, Casandrino, Casoria, Caivano, Grumo Nevano, Acerra, Nola, Marigliano, Pomigliano; dal lato di Caserta ci sono i comuni di Parete, Casapesenna, Villa Literno, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe, Aversa, Lusciano, Marcianise, Teverola, Trentola, Frignano, Casaluce. Nel tempo il fenomeno si è esteso a tutta la Campania, giungendo anche nella provincia di Salerno.

In questi posti esistono molte discariche abusive, in piena campagna o lungo le strade; quando queste si saturano, per liberare spazio per i rifiuti successivi, vengono appiccati degli incendi.

La maggior parte dei rifiuti che vengono “smaltiti” in queste zone sono rifiuti speciali.

Rientrano tra i rifiuti speciali quelli da attività agricole e agro-industriali, quelli derivanti da attività di demolizione, costruzione, da lavorazioni industriali e artigianali, da attività commerciali o di servizio, o ancora quelli derivanti da macchinari, combustibili, veicoli a motore.

Sono i rifiuti più pericolosi e inquinanti, specie se il loro “smaltimento” avviene con modalità così rudimentali. Lo smaltimento dei rifiuti speciali dovrebbe seguire una modalità di trattamento e stoccaggio particolare, proprio per contenere i pericoli ambientali derivanti dalla loro gestione.

Oltre al danno ambientale derivante dallo smaltimento illegale, c’è anche quello all’agricoltura, celebre il caso delle mozzarelle di bufala provenienti dalle zone a rischio e quello sanitario. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) i continui smaltimenti illegali di rifiuti, con dispersione di sostanze inquinanti nel suolo e nell’aria, e l’inquinamento di falde idriche utilizzate per l’irrigazione di terreni coltivati, sono in stretta correlazione con l’incremento di diverse patologie tumorali. I casi maggiori si registrano, infatti, proprio negli otto comuni con il maggior numero di discariche di rifiuti: Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castelvolturno, Giugliano, Marcianise e Villaricca.

Solo negli ultimi mesi il “comitato vittime delle terre dei fuochi” denuncia la morte per tumore di otto bambini tra i 7 mesi e gli 11 anni di età.

La definizione “Terra dei fuochi” deriva da una frase utilizzata da Roberto Saviano nel libro Gomorra, che a sua volta riprende i Rapporti Ecomafia pubblicati da Legambiente. Da molto tempo la questione viene denunciata dai cittadini dei comuni colpiti e da molte associazioni, anche con numerosi appelliesposti e manifestazioni. Scrive Saviano in un post su Facebook: “Quando otto anni fa in Gomorra scrissi il capitolo "La terra dei fuochi", ricordo ancora le facce perplesse di chi diceva che poteva essere un buon soggetto per un film di fantascienza, ma che la realtà era diversa. Per tanto tempo sono stato accusato di aver inventato, di aver esagerato. Eppure da oltre vent'anni c'è chi denuncia, e le rotte del traffico di rifiuti che da Nord raggiungono le campagne del Sud sono ormai note. E poi "Biutiful countri" e le decine di servizi giornalistici, mentre continuava la strage di diritto che è diventata strage di terra, di sogni, di prospettive, di futuro, di persone. Paese stolto quello che lascia generazioni a marcire e in estremo ritardo - per di più in maniera sciatta - mostra informazioni che si conoscevano da sempre. E oggi chi denuncia, chi protesta, chi scende in piazza, ha responsabilità ancora maggiori: non permettere che la cattiva informazione dia il colpo di grazia all'agricoltura campana, una delle poche eccellenze del nostro paese. Responsabilità enorme perché chi denuncia è solo e c'è un chiaro interesse a che il fronte della protesta si divida. Questo interesse è proprio di quella informazione che fino a poco fa ha duramente criticato i campani per la loro incapacità di reagire allo sfascio della gestione rifiuti e che ora critica chi reagisce. Quella stessa informazione, spesso animata da penne meridionali convinte del sottosviluppo irredimibile del territorio, pronta ad accanirsi contro ogni tentativo di affermare logiche differenti dall'esistente. Quella informazione razzista che punta il dito contro le responsabilità dei deboli, per meglio tutelare gli interessi dei forti. E ha avuto gioco facile perché chi avrebbe avuto il dover di fare, non ha fatto nulla sino a ora, e nulla continuerà a fare. Nessun monitoraggio serio del territorio per capire le zone realmente inquinate, nessuna bonifica. Niente di niente. Chi denuncia è solo a combattere contro la criminalità organizzata che prima ha inquinato, poi ha prosperato sull'emergenza rifiuti e oggi è pronta a costruire una nuova speculazione sulle bonifiche. Chi denuncia è solo contro tutti quelli che, più o meno consapevolmente, sono pronti a dare il colpo di grazia.”

La camorra ha iniziato a occuparsi di rifiuti fin dagli anni Ottanta, prima di quelli urbani, poi di quelli speciali e pericolosi, più redditizi. Il fenomeno è diventato più conosciuto grazie alle prime dichiarazioni del boss Nunzio Perrella ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli: Perrella sottolineò l’enorme interesse finanziario della criminalità organizzata per questo settore, sintetizzando con la celebre frase: “la munnezza è oro”. Dalla sua testimonianza nascerà l’inchiesta Adelphi, conclusa la quale gli inquirenti scrissero che in cambio di tangenti e grazie al controllo esercitato sul territorio i clan riuscirono a scaricare illegalmente in Campania «rilevantissime quantità di rifiuti», nell’ordine di centinaia di migliaia di tonnellate.

Fino a oggi sono una ventina gli ex boss che hanno operato nella gestione dei rifiuti e che hanno raccontato agli inquirenti come funziona il sistema. Tra loro c’è il pentito Carmine Schiavone, che già nel 1995 ai magistrati aveva evidenziato come la Campania fosse destinata a diventare una discarica a cielo aperto, soprattutto di materiali tossici tra cui piombo, scorie nucleari e materiale acido. Le sue dichiarazioni sono tornate di attualità dopo un’intervista che ha rilasciato a Sky in cui spiega nel dettaglio i luoghi dei seppellimenti dei rifiuti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero e il sistema di “smaltimento”: 
«Il vero business era quello dei carichi che dal Nord Europa arrivavano al Sud. Rifiuti chimici, ospedalieri, farmaceutici e fanghi termonucleari. Scaricati e interrati dal lungomare di Baia Domizia fino a Pozzuoli. (…) I rifiuti erano scaricati da camion e gettati nei campi e nelle cave di sabbia. Negli anni le cassette di piombo si saranno aperte, ecco perché la gente sta morendo di cancro. Stanno morendo 5 milioni di persone».

Oltre al celebre libro di Saviano, che ha dato vita anche ad una serie tv, cito il film “Il segreto di Pulcinella”; è un viaggio negli orrori della Terra dei Fuochi. Un tour nei luoghi più segreti della provincia di Napoli e Caserta, tra campi inquinati e offesi da sversamenti illeciti di rifiuti tossici. Che poi, tanto nascosti non sono mai stati: tutti sapevano, moltissimi hanno finto di non vedere, chi per quieto vivere, chi per paura. Da qui il titolo del film denuncia, "Il segreto di Pulcinella", scritto e diretto da Mary Griffo e incentrato sulle ultime, inedite confessioni del camorrista Carmine Schiavone prima della sua morte, sul traffico illegale dei rifiuti in Campania.
Le immagini descrivono un lungo incubo iniziato nel 1993, quando le attività criminali contaminavano già il territorio: un lungo racconto degli errori e rimorsi di Schiavone, a cui si contrappongono la speranza di don Maurizio Patriciello, (simbolo della lotta ai roghi tossici) la rabbia e la commozione di Marzia Caccioppoli e delle altre giovani mamme della Terra dei Fuochi, che, a causa del “brutto male” (tumori e patologie dovute alla tossicità del suolo e dei suoi prodotti, le cui incidenze sono in continuo aumento nelle terre più travagliate) hanno prematuramente perso i propri figli. A fare da fil rouge in tutto il film è la figura emblematica del burattino di Pulcinella, la maschera che simboleggia il popolo stanco di subire abusi e umiliazioni.

 

http://www.laterradeifuochi.it/ è un blog di video-denunce, uno spazio web di monitoraggio ambientale in tempo reale sugli effetti dello “smaltimento” dei rifiuti tossici.

 

http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/425065/toffa-la-terra-dei-fuochi.html

“Tutti sapevano ma nessuno ha fatto niente” servizio di Nadia Toffa “Le Iene”

Gabriele Aiello ha 15 anni e ha perso il padre di soli 46 anni, a causa di un tumore. Vive a Casalnuovo, nel pieno della Terra dei Fuochi, e, nonostante la sua giovane età, si batte già da tempo per la tutela di questo martoriato territorio.

 

I comuni dove si muore.

 

 

Analisi sui terreni insufficienti, progetti di bonifica assenti, nessuno risanamento delle falde, dati epidemiologici preoccupanti. 

 

 

Susanna Pernarella