Un’emergenza territoriale attuale consiste negli eventi sismici del Centro Italia del 2016 e 2017, definiti dall'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) “sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso” in riferimento ai tre paesi che hanno subito i danni maggiori dovuti alla catastrofe ambientale. La sequenza sismica inizia il 24 agosto 2016 con una scossa di magnitudo 6,0 seguita da un’altra forte scossa il 26 ottobre e dalla scossa più forte del 30 ottobre di magnitudo 6,5. Il 18 gennaio 2017 si verifica una nuova sequenza di quattro forti scosse di magnitudo superiore a 5.
I dati forniti dalla protezione civile indicano che le vittime sono state 299, mentre sono state estratte vive dalle macerie 238 persone. Ci sono state numerose vittime anche a causa dell’elevato turismo nei centri colpiti, in particolar modo ad Amatrice dove qualche giorno dopo il terremoto si sarebbe dovuta svolgere la sagra dell’amatriciana. La sequenza sismica ha prodotto anche rilevanti danni al patrimonio culturale delle diverse zone colpite, come la Basilica di San Benedetto a Norcia, il collasso del palazzo municipale ad Amatrice, il crollo totale della Chiesa di Santa Maria delle Grazie e della chiesa abbaziale di San Salvatore nella frazione di Campi a Norcia.
I primi soccorsi sono arrivati sui luoghi del sisma già poche ore dopo la scossa anche se con un certo ritardo nel raggiungere le frazioni più isolate a causa dei numerosi ponti crollati e delle strade ostruite dalle macerie.
Dal 28 agosto la Dicomac-Direzione di comando e controllo, istituita a Rieti, provvede al coordinamento delle attività di gestione dell’emergenza attraverso assistenza alla popolazione, ricognizione dei danni su abitazioni, patrimonio artistico-culturale ed edifici pubblici, ricerca di soluzioni abitative alternative e sostegno alle attività produttive.
Tra le azioni di solidarietà per offrire un sostegno e un contributo anche a distanza va citata l’iniziativa del Dipartimento della Protezione Civile che ha attivato il numero 45500 a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Grazie agli sms inviati sono stati raccolti circa 15 milioni di euro. Legambiente ha promosso la raccolta fondi “La Rinascita ha il cuore giovane” collaborando con numerosi partner per aiutare i giovani imprenditori colpiti dal sisma nella fase di ripresa delle loro attività. Proprio qualche giorno fa, il 6 Marzo 2017, la rete delle Organizzazioni del terzo Settore, in collaborazione con la compagnia teatrale “Piccolo Teatro” di Terracina ha promosso una raccolta fondi attraverso una rappresentazione teatrale dal titolo “Nemici come prima” per la realizzazione del “Progetto Sorriso”. Questo progetto è orientato a realizzare tre centri ricreativi –polifunzionali finalizzati ad attività didattiche, culturali, ludiche e sociali dedicate ai bambini, ai ragazzi e agli anziani delle zone terremotate.
Per comprendere più da vicino il dolore che hanno vissuto e che continuano a vivere le popolazioni terremotate può essere utile riportare la testimonianza di chi stava sul posto nel momento della catastrofe, come L., una giovane di 32 anni che si trovava in vacanza in un comune vicino ad Amatrice. Nella sua testimonianza L. racconta che è “impossibile spiegare la violenza della prima scossa.. la mia frazione è completamente distrutta.. Ero rientrata da poco, stavo chiacchierando con mio cugino, ho spento la luce per andare a letto e in quel preciso istante è arrivata la lunghissima scossa. Alzarsi era impossibile. Ho cercato gli abiti ma non ce l’ho fatta. Sono scesa in strada con una coperta, come tutti, alla ricerca di alcuni amici venuti il giorno stesso da Roma. Era complicatissimo orientarsi, avvolti in una colte di fumo e polvere. Abbiamo trascorso la notte in un auto, in un campo. Le successive scosse non sembravano parte di una coda d’assestamento ma terremoti simili al primo.”
Quando viene chiesto ad L. di raccontare com’era la situazione il mattino dopo, lei descrive uno scenario di devastazione completa.
“ Il giorno dopo sono rimasti in piedi solo gli edifici nuovi o ristrutturati e rinforzati di recente, tutto il resto è venuto giù comprese chiese, campanili, ponti. Anche l’ospedale è inservibile. Fra l’altro il paese e tutta la zona era ancora piena di turisti e di persone che da Roma, Rieti, dall'Umbria, dalle Marche e dall'Abruzzo vengono a trascorrere le vacanze. Il periodo è infatti ricco di iniziative, feste, sagre. Domenica la stagione si sarebbe chiusa con la sagra degli spaghetti all'amatriciana e quasi tutti ce ne saremmo tornati nelle nostre città.”
Alla domanda sulla tempestività dei soccorsi la testimone risponde affermando che non si è visto nessuno prima delle luci dell’alba.
“Saranno state le 6, forse le 6,30..all'inizio ci siamo arrangiati da soli, scavando a mani nude, recuperando qualcosa dalle abitazioni. Poi si sono iniziati a vedere Protezione Civile e Vigili del fuoco. Le operazioni si sono concentrate sulla ricerca dei superstiti sotto le macerie cercando di ascoltare lamenti e richiami.. un contesto angosciante. Un autentico disastro che ci ha cambiato la vita”.
Questo racconto consente di riflettere su un dramma che in Italia si è presentato tante volte, troppe. Il nostro paese, infatti, è un territorio altamente sismico, e proprio per tale motivo è necessario intervenire con la prevenzione e non sull'emergenza e sulle catastrofi ormai avvenute. Il problema della prevenzione non riguarda solo i terremoti, ma tutti quegli eventi naturali come allagamenti e frane che periodicamente producono stragi. L’attribuzione di queste disgrazie al destino consente forse di evitare un confronto dell’essere umano con le proprie responsabilità assegnandole a qualcosa di imprevedibile e sovrannaturale, ma di certo in questo modo non solo non si fanno i conti con la realtà ma si rischia anche di peggiorare una condizione ambientale già critica a causa del disimpegno dell’uomo e della sua tendenza a sfruttare senza rispetto le risorse naturali come se esse siano infinite e sempre disponibili. Da diversi anni, infatti, le nostre istituzioni pubbliche riducono i fondi di bilancio destinati alla manutenzione del territorio o a quella delle nostre strutture pubbliche come ospedali, scuole, asili, ma allo stesso tempo vengono investite elevate quantità di denaro per realizzare grandi opere spesso inutili ma che attribuiscono una maggiore visibilità politica.
Si spera almeno che questa ennesima tragedia possa favorire nella coscienza collettiva una maggiore consapevolezza dell’importanza della prevenzione non solo del rischio sismico ma anche di quello idrogeologico e delle altre catastrofi naturali correlate. Questa prevenzione potrebbe esplicarsi non attraverso la realizzazione di grandi opere (spesso inutili), ma di tante piccole opere (utili) che avrebbero anche un impatto positivo sull'occupazione e l’economia dei territori interessati.