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violenza sulle donne

violenza sulle donne

di Arianna Fantozzi -
Numero di risposte: 2

come possibile nel 2017 c'è ancora questo problema? ancora in giro si sente, una ragazza di 15/30 anni è stata violentata o maltrattata da un uomo o addirittura dal suo compagno. ma ancora più vergognoso sentire dire che la donna in questione era vestita in un modo provocante o che non eseguiva quello che lui diceva, come se la colpa è sua. invece di colpevolizzare questi uomini che fanno certi gesti, che d'altronde uomini non sono perchè il vero uomo è colui che protegge la donna non che le fà del male. adesso ci dobbiamo chiedere il problema sono gli uomini che non vengono istruiti come si deve far si che la donna non deve essere toccata neanche con un dito, ma soprattutto deve essere sempre rispettata in qualsiasi momento. oppure che le donne devono essere istruite a non uscire certe ore della giornata ad avere il terrore di uscire da sole perchè non si sentono tranquille o che devono uscire sempre in gruppo anche se non è una sicurezza neanche quella. ma penso che quest'ultimo sia un pensiero un pò maschilista e per questo motivo penso che sia molto meglio istruire i ragazzi a vedere la donna come una cosa da non toccare senza il suo permesso. ma soprattutto far capire di portare il rispetto verso esse e non sottometterle a loro stessi o maltrattarle perchè non fanno quello che dicono. ovvio che il rispetto deve essere anche da parte della donna. di tutto ciò adesso vi chiedo a voi, come possiamo risolvere questo problema?! come possiamo far diminuire queste violenze e salvaguardare le donne?! cosa dovremmo cambiare?! la mentalità o il pregiudizio verso queste cose?! 

In riposta a Arianna Fantozzi

Re: violenza sulle donne

di Michela Bianca -

Ciao Arianna, ti rispondo con una domanda: tu cosa cambieresti? cosa potresti fare? nelle tue righe leggo una proposta di migliorare l'educazione maschile e penso anche femminile per abbattere il pregiudizio e lo stereotipo di genere.

Detto questo, io stavo riflettendo oggi su quest'argomento all'università. E la riflessione era proprio sul fatto che la maggior parte delle volte, una donna, vessata non solo da violenza fisica, ma anche psicologica (come ad esempio minacce, insulti, anche da parte di un'altra donna) non ne parla. Prova sentimenti di colpa e vergogna, auto-svalutazione che la portano a tacere. E se tace, si crea un perverso meccanismo secondo cui la violenza diventa un mutuo accordo, radicato come anche tu sostieni, nella mentalità della società. In parte la donna tace perché ha paura. E la paura nasce anche dalla scarsa tutela delle autorità nei casi di violenza. Ma non mi intendo minimamente di legge, perciò lascio il campo aperto a chi ne sa e ha più di me. Io farei una proposta che riguarda un'aspetto specifico del fenomeno e che proviene dal mio background. Oltre le numerose campagne mediatiche, i centri anti-violenza e i numeri che attivi che le donne possono chiamare, inserirei una visita psicologica obbligatoria e annuale diffusa capillarmente in scuole, posti di lavoro, medico di base, farmacia  etc. volta anche a rilevare anche la presenza di forme di violenza fisica e psicologica. In poche parole, non lascerei che siano solo le donne a rivolgersi unilateralmente ai centri anti violenza, proprio perché come ho scritto prima, molte donne tacciono. Cercherei strategie di contatto, aumentando la probabilità di comunicazione, per intervenire e dove possibile minimizzare il rischio. 

In riposta a Arianna Fantozzi

Re: violenza sulle donne

di Francesca Baccelliere -

Grazie Arianna per aver portato al gruppo la tua riflessione su un argomento molto importante ed ancora purtroppo molto attuale.

Io allargherei al concetto di genere le tue importanti affermazioni a tutte le categorie dell'essere vivente, uomo, donna e tutte le espressioni che sono in mezzo a queste due categorie ed anche il mondo animale e la natura, in un concetto di rispetto generale e cura e protezione dell'essere vivente.

Detto questo oggi in piazza a manifestare per la parità di genere eravamo in tantissime e tantissimi ed è questa la strada giusta, continuare a mantenere la luce accesa su queste tematiche parlandone nelle scuole, nelle università nei posti dove si fa aggregazione in genere, tra amici e nelle famiglie soprattutto